venerdì 4 dicembre 2009

CASINI E VIETTI COMANDANO, IL PD E LA BRESSO CONCILIANO, LA SINISTRA NELL’ANGOLO


Mentre la crisi occupazionale e produttiva in Piemonte è sempre più grave e migliaia di operai cercano disperatamente di difendere il posto di lavoro, le grandi manovre per le prossime elezioni regionali sono in pieno svolgimento.

Casini e Vietti dell’Udc nel facile gioco di “vendersi” al miglior offerente hanno dettato le loro condizioni al PD e alla Bresso. Non solo una “TAV avanti tutta”, ma SI alle centrali nucleari, SI a una sanità sempre più privata e un sempre maggior sostegno alle scuole private e alle politiche familistiche. Ogni modesta pretesa di laicità dell’attuale Presidente della Regione deve finire.

E il PD di Morgando e Bresso si è subito allineato nella speranza di poter rimanere in sella la prossima primavera, ma soprattutto perché, sulle questioni di fondo, non c’è dissenso ma piuttosto convergenza con l’UDC, come è confermato dalle dichiarazioni e soprattutto dall’operare concreto di questi anni.

Chi è nell’angolo e rischia di rimanere a piedi è la sinistra, Rifondazione e i Comunisti italiani, che, dopo essere stati “leali collaboratori”, cioè dopo aver chinato il capo davanti alle tante scelte politiche ed economiche liberiste delle giunta (la gestione del progetto dell’alta velocità, una politica dei trasporti regionali discutibile, i soldi alle scuole private, i finanziamenti alle aziende senza un reale controllo del loro utilizzo, interventi in campo occupazionale tesi solo a lenire i guai più grossi provocati dalla crisi capitalistica, la cementificazione del territorio) sono oggi messi con le spalle al muro. Per restare sul carro del centrosinistra + Udc nel disperato tentativo di salvare qualche mobile e sedia, dovrebbero accettare tutte le peggior cose e magari non sarebbe neanche sufficiente.

Quando si dice il fallimento di una linea politica e di un gruppo dirigente.


Sinistra Critica sostiene la necessità di costruire una alternativa ai due schieramenti, - non la posizione politicamente perdente di ripiego quando il PD nega l’alleanza alla sinistra, - ma una politica coerente per costruire un terzo polo che sappia rispondere alle esigenze di vita e di lavoro della stragrande maggioranza delle persone contro la logica di profitto dei capitalisti e dei cementificatori.

Per questo proponiamo, per le prossime regionali, liste anticapitaliste, ecologiste, di coalizione o di movimento, che racchiudano forze diverse in alternativa al centrodestra e al centrosinistra. Al di là delle denominazioni, quello che conta è una vera e reale discontinuità con le politiche governiste di subordinazione al PD, che invece di contrastare le destre finiscono per rafforzarle proprio sul terreno fondamentale, quello sociale.

Rivolgiamo questa proposta all’insieme della sinistra radicale e dei soggetti di movimento, sociali, politici ed associativi, a condizione di una coerenza e omogeneità di scelte su scala locale e nazionale.

Ma soprattutto, sul terreno decisivo delle resistenze sociali, continuiamo a proporre alla sinistra sociale, politica e sindacale di costruire un vero e proprio movimento contro la crisi capitalistica all'insegna dell'unità e della radicalità. E’ questa la strada decisiva per battere la destra, liberarsi di Berlusconi e delle sue politiche.

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