giovedì 10 luglio 2008

I nostri no alla Tav in Val di Susa

A seguito degli ultimi accadimenti sulla questione Tav abbiamo deciso di uscire dalla maggioranza del Consiglio di comunità montana. L'Osservatorio si è ancora una volta rivelato, dopo l'utilizzo per il dossier di richiesta di finanziamenti europei, lo strumento per la prosecuzione dell'iter di realizzazione della nuova linea a alta velocità Torino-Lione, come da denunciato da noi, altri consiglieri e tanti valsusini. Altro che pareggio dichiarato!
Il 30 giugno scorso, la notizia di apertura di tv, radio, giornali, è stata: «raggiunto l'accordo per la realizzazione dell'alta velocità Torino-Lione», con particolare enfasi sull'assenso-consenso di tanti sindaci della Val di Susa. Siamo convinti, aldilà di ogni ragionevole dubbio, che la linea coerentemente portata avanti da alcuni amministratori, nell'ultimo anno, sia stata ambigua e determinata da scelte maturate in stretti e limitati ambiti decisionali. Riteniamo che alcuni amministratori abbiano disatteso il proprio programma elettorale che ribadiva la contrarietà a ogni proposta di realizzazione di un nuovo tunnel e a ogni ipotesi progettuale relativa alla costruzione di una nuova linea ferroviaria nella Valle di Susa.
Il tempo, la storia, ripartirà noi tutti nelle caselle della coerenza, della ragione, della dignità, dell'ambiguità, della doppiezza, dell'opportunismo. «A ciascuno il suo» , affermava Sciascia. Pertanto in un contesto economico e ambientale del paese, che non è certo migliorato nell'ultimo periodo, si possono solo confermare le ragioni del No all'Alta Velocità ferroviaria e noi ribadiamo il nostro fermo No al tunnel di base e a nuove infrastrutture: per la loro inutilità di fronte alla riduzione dei traffici sulla direttrice ovest-est; per il crescente costo stimato, che non regge il confronto con quello sostenuto dagli altri paesi europei; per insostenibilità del territorio della valle a una massiccia cantierizzazione; per la fragilità del territorio già fortemente antropizzato(a rischio sorgenti idropotabili e irrigue, frane e smottamenti, interruzioni e turbativa delle falde anche del fondo vallivo); per la pericolosità derivanti dalla enorme movimentazione di materiale geologicamente intriso di uranio, radon e amianto. Tanto più che: l'attuale linea internazionale Torino-Modane non è satura e offre ampie potenzialità; il quadro economico nazionale e internazionale non ha prospettive rosee (vedi il petrolio); le tratte italiane iniziate, con ritardi di anni, sono da completare e hanno sforato ogni preventivo di spesa; i danni ambientali sono talmente ingenti da non poter essere, in alcuni casi, neppure quantificabili; la cantierizzazione ha spesso inferto ferite insanabili sul piano ambientale e sociale; nelle attività connesse con le grandi opere è stata più volte denunciata dalla magistratura una costante infiltrazione mafiosa.
Vediamo purtroppo che è cambiato l'approccio di molti colleghi amministratori e non ci riconosciamo in questo cambiamento dell'agire politico-amministrativo, e quindi per rispettare l'impegno assunto verso i nostri amministrati e la popolazione della Valle di Susa, che per anni hanno lottato e credono nelle ragioni del No Tav, riteniamo ormai superflue e inutili le programmate verifiche di maggioranza e comunichiamo, con decorrenza immediata, la nostra uscita dalla maggioranza del Consiglio di comunità montana.
* per il gruppo Indipendenti di centro-sinistra (Bussoleno)

Dal Manifesto del 9 luglio 2008

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