mercoledì 9 luglio 2008

Alla Fiat dopo due anni torna la cassa integrazione

A Torino si salva la linea della MiTo. Non si fermano Cassino e la Sevel
MARINA CASSI
TORINO
Torna la cassa integrazione alla Fiat. Dopo due anni dalla fine della crisi del 2002 il mercato dell’auto subisce i contraccolpi della difficile situazione economica internazionale e le Carrozzerie si fermano. A Mirafiori le settimane saranno tre - una a settembre, ottobre e novembre - e coinvolgeranno 3200 addetti, tutti, esclusi quelli della MiTo. Tre settimane anche a Termini Imerese. Quattro, invece, a Melfi che anticipa una settimana ad agosto e a Pomigliano che ne farà due a settembre, una a ottobre e una a novembre. Le settimane sono state «spalmate» in mesi diversi per non incidere sui ratei di tredicesima degli operai. Fermate di sette settimane anche per la Cnh di San Mauro vicino a Torino e di Imola.

E con la cassa tornano anche le diverse posizioni del sindacato. Dura la risposta della Fiom con il segretario Gianni Rinaldini che chiede «rapidamente» un incontro con l’ad Sergio Marchionne «sul piano industriale e sugli obiettivi della Fiat». Dice di voler capire «come si possa superare questa fase: se si tratta di un fatto congiunturale o se siamo di fronte a una crisi più strutturale perchè è evidente che il futuro dell’auto si gioca sull’innovazione dei motori».

Nessuna sorpresa, invece, per Eros Panicali della Uilm. Dice: «Era nell’aria, ma non è un problema specifico della Fiat». E anche Bruno Vitali della Fim non drammatizza, ma mette le mani avanti: «La cassa integrazione non deve influire sulla contrattazione aziendale dal momento che la Fiat ha registrato ottimi risultati di bilancio e Marchionne ha confermato quelli per il 2008». Giovanni Centrella della Ugl ritiene che «la situazione evidentemente è più seria di quanto percepito».

Per Roberto Di Maulo della Fismic «la cassa è una conseguenza di mercato, che però avrà la grave ripercussione di lasciare a casa migliaia di lavoratori precari oggi occupati» polemizza con gli altri sindacati. E lo fa sui 17 turni chiesti a Torino dalla Fiat Powertrain technologies sia per l’Iveco - dove già sono in corso - sia per le Meccaniche di Mirafiori a partire da fine agosto. Analizza: «I tempi della negoziazione in Italia sono troppo lunghi rispetto ai cicli economici. Il sindacato deve snellire le procedure burocratiche».

Ma l’ipotesi di arrivare a una trattativa complessiva sull’incentivo economico ai turnisti, da discutere a livello di segreterie nazionali, si sta complicando. La Fiom non ha mai condiviso questa impostazione. E Enzo Masini dice: «Non andremo il 17 luglio a un incontro se prima non ci saranno state le assemblee e se non ci sarà una posizione comune delle Rsu».

La Stampa web

Nessun commento: