martedì 9 settembre 2008

MOBILITAZIONE D'AUTUNNO? VEDIAMOCI IL 9 SETTEMBRE


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Roma, ore 17 c/o la sede di Carta, via dello Scalo di S.Lorenzo 67


Lettera di Paolo Leonardi: Alcune considerazioni sull'ipotesi di manifestazione nazionale a Roma l'11 ottobre promossa dai partiti della sinistra

Ai Compagni Ferrando, Ferrero, Diliberto

Apprendo dal Manifesto del 2 settembre, ma già se ne parlava in giro, di una proposta di manifestazione nazionale della sinistra da tenersi l'11 ottobre a Roma sui temi dell'autunno e contro il governo.
Leggo anche che tale proposta sarebbe stata avanzata dal PCL e rivolta soprattutto al PRC e al PdCI, che nella scelta della data proposta pesa la necessità di fare una manifestazione prima di quella annunciata da Veltroni per il 25 ottobre al Circo Massimo, e che, sembra (anche di questo si parla da tempo), sarà costruita con il corposo e concreto aiuto di uomini della CGIL di Guglielmo Epifani.
Seppure ufficialmente non sono ancora arrivate risposte da parte dei due partiti chiamati da Ferrando alla manifestazione unitaria, quantomeno i nuovi vertici del PRC ci hanno confermato di essere intenzionati a scendere in piazza l'11 ottobre.
L'11 ottobre, guarda caso, è il sabato precedente lo Sciopero Generale Nazionale promosso unitariamente già da luglio dalla CUB, da SdL e dai Cobas - e della cui proclamazione sia Ferrando che Ferrero che Diliberto sono perfettamente a conoscenza - sulla piattaforma approvata unitariamente dall'Assemblea Nazionale del 17 maggio a Milano e, ovviamente, per rispondere al violento attacco che confindustria e governo Berlusconi stanno portando ai lavoratori, ai precari al lavoro dipendente, allo stato sociale.
Ritengo che la manifestazione dell'11 non inciderà più di tanto nella partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici a quella che si terrà il 17 in occasione dello sciopero generale, in quanto è diverso il referente sociale chiamato a scendere in piazza - per noi il mondo del lavoro e del non lavoro, per i partiti della sinistra radicale i propri militanti, iscritti, simpatizzanti.

Fa però riflettere la scelta della data. Mi chiedo, e chiedo a chi l'ha proposta e lanciata e a coloro che si apprestano ad aderire: ma avete riflettuto sull'opportunità di piazzare una manifestazione nazionale, pressoché sugli stesi temi, a sei giorni dallo sciopero generale e dalla manifestazione del 17?
Probabilmente sì, ed avete deciso di dare priorità alla vostra esigenza di rappresentazione di esistenza in vita. Ma su questo posso sbagliare.
Ciò su cui invece credo di non sbagliare è il fatto che, tristemente, la sconfitta elettorale sembra non aver insegnato nulla.
Uno dei motivi forti della batosta del 14 aprile, oltre alla partecipazione ad uno dei governi più filo padronali e anti operai degli ultimi anni, sta nell'aver completamente abbandonato il rapporto con i lavoratori e con i loro problemi, l'aver pensato di poter sostituire l'intervento di massa con la "rappresentazione" del conflitto, l'aver perso ogni relazione concreta con il blocco sociale di riferimento.
Ho l'impressione che nella convocazione della manifestazione dell'11 ottobre abbiano continuato a prevalere queste caratteristiche con una autoreferenzialità tutta negativa, un'esigenza prioritaria di arrivare nel migliore dei modi alle incombenti elezioni europee nella convinzione che la "riscossa" possa partire unicamente da un buon esito elettorale.
Caratteristiche che, in fin dei conti, sono quelle che hanno portato alla sconfitta.
Un dato sopra ogni altro salta agli occhi, ed è quello che ci interessa nella nostra qualità di organizzazione sindacale di base: l'incapacità di queste forze di definire una volta per tutte una propria linea sulla questione del sindacato, cioè di quale sindacato abbiano oggi bisogno i lavoratori italiani, se tale esigenza sia già compiutamente rappresentata dalle confederazioni storiche, se sia sufficiente identificare in una organizzazione di categoria, pur combattiva almeno sul piano politico, il "sindacato generale", se sia il conflitto o la concertazione lo strumento giusto per realizzarlo.
E' chiaro che la mancata risposta a queste poche e semplici domande, se pure può rendere sostenibile la convocazione della manifestazione dell'11, non aiuta certo a diradare le nebbie sul futuro.

Roma, 4 settembre 2008

Pierpaolo Leonardi
Coordinatore nazionale CUB

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