martedì 9 settembre 2008

Berlusconi contro il referendum di Vicenza. La polizia attacca i No Dal Molin


no dal molin

Comunicato Stampa

Sinistra Critica a fianco dei No Dal Molin contro la
costruzione della base e le violenze della Polizia

Sinistra Critica Veneto, nel condannare le gravi e preoccupanti violenze della polizia, contro cittadine e cittadini inermi, ennesimo sintomo di una democrazia sempre più precaria e apparente, esprime la massima e incondizionata solidarietà ai feriti, ai fermati e a tutte e tutti coloro che lottano contro la costruzione dell'base militare
Usa all'aeroporto Dal Molin.
Siamo con le donne e gli uomini che difendono la propria città dall'ennesimo atto di ilitarizzazione, di guerra, di devastazione
ambientale (chi si ricorda della rottura dell'oleodotto militare a Vicenza nel marzo scorso?).
Il Governo Berlusconi, in perfetta continuità politica col Governo Prodi, che ha portato avanti il progetto della base con estrema determinazione e arroganza (si veda l'operato del commissario
Paolo Costa), pensa di poter imporre con la forza repressiva e la violenza poliziesca la costruzione della base, strumentale alla guerra preventiva permanente. Ma la resistenza civile, democratica e popolare non può che proseguire con più determinazione: la base non si farà!
Per questo Sinistra Critica aderisce e sarà presente alla manifestazione di sabato 13 a Vicenza.
No alle basi, no alla guerra!

COORDINAMENTO NAZIONALE
SINISTRA CRITICA VENETO



da La Repubblica)

VENEZIA - "La consultazione popolare da lei indetta si manifesta ancora più gravemente inopportuna". Così scrive Silvio Berlusconi al sindaco di Vicenza Achille Variati (Pd), per invitarlo a rinunciare al referendum sulla nuova base americana organizzato per il 5 ottobre. Nella città veneta, intanto, non si placano le polemiche dopo gli scontri di ieri tra i comitati No Dal Molin e la polizia.

La lettera. A palazzo Trissino, sede del comune di Vicenza, la lettera del Cavaliere è giunta il 5 settembre, un giorno prima degli scontri di ieri tra manifestanti e polizia che hanno portato alla denuncia di sei attivisti del comitato del No.

Berlusconi, come indica il Giornale di Vicenza, ricorda a Variati che il sito sul quale sta per nascere Ederle 2 "è demaniale e non è in vendita". Il quesito referendario proposto dal sindaco infatti non chiede ai vicentini se sono favorevoli o meno alla struttura militare ma di esprimersi sulla volontà comunale di acquistare la zona demaniale. "L'area - sottolinea Berlusconi a Variati - è stata consegnata agli Usa. La consultazione si porrebbe in netto contrasto con l'azione del governo e le valutazioni della magistratura".

Gli scontri. Ore di tensione ieri a Vicenza tra polizia e oppositori al progetto di ampliamento della base. A innescare la miccia il tentativo dei manifestanti di costruire una torre di osservazione sul perimetro esterno dell'area dove sorgerà la nuova Ederle 2. "Quando ci siamo resi conto che si stava per cementificare la base e rendere la struttura permanente siamo intervenuti - spiega il questore Giovanni Sarlo - non era possibile anche perché l'opera era priva dell'autorizzazione comunale e di quella del proprietario del terreno. Inoltre è stato necessario anche per impedire che fosse messa davanti all'entrata dell'ex caserma dell'aeronautica militare un'enorme radice d'albero per bloccarne l'accesso".

I 'No base', danno invece una versione completamente diversa, invitano tutti i cittadini a visionare i filmati messi su internet, e affermano che la manifestazione "era stata illustrata per filo e per segno il giorno precedente allo stesso questore e ai suoi funzionari, e che per la struttura era stata presentata regolare domanda agli uffici tecnici del comune. "E' normale - chiedono i No Dal Molin - che un abuso edilizio venga 'sanzionato' dai manganelli della polizia? D'ora in avanti - concludono - ci aspettiamo di vedere il questore andare in giro per la città a menare a destra e a manca i responsabili di tanti abusi edilizi".

"La giornata cilena, brutale e violenta voluta dal questore non può che avere un'unica conseguenza: il suo immediato allontanamento per l'evidente incapacità di rapportarsi con cittadini pacifici", incalza Cinzia Bottene, consigliere comunale della civica 'Vicenza Libera-No Dal Molin' e leader del movimento contro la base.

Gli incidenti. I manifestanti hanno reagito, secondo la questura, alcuni opponendo resistenza passiva, altri con spintoni e calci. Nel contatto fisico qualche agente e alcuni manifestanti hanno riportato lievi contusioni: sei contestatori, quattro uomini e due donne, sono stati accompagnati in questura. E qui si sono trasferiti anche un centinaio di contestatori con tanto di radice al seguito caricata su un furgone. Il piccolo gruppo dopo alcune ore negli uffici della polizia è stato rilasciato: tutti sono stati denunciati a piede libero per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

In questura era arrivato anche il sindaco di Vicenza Achille Variati, che ha definito l'episodio "una brutta pagina nella storia cittadina. Questo mi conferma - ha detto - che qualcuno non vuole che la consultazione popolare si svolga in quel clima tranquillo e civile che ho sempre indicato come un obiettivo e un requisito fondamentale".

Reazioni. Tre giorni fa era stato il ministro degli Interni Roberto Maroni ad annunciare "vigilanza costante" sulle previste contestazioni all'ampliamento della base Usa a Vicenza. I brevi scontri di ieri hanno provocato alcune ferme reazioni della sinistra radicale. Il segretario del Prc Paolo Ferrero ha definito "inaccettabili, gravi e ingiustificabili le molto pesanti cariche delle forze dell'ordine a Vicenza contro un sit-in dei comitati No Dal Molin alla base Usa".

Per la Cgil di Vicenza, "in un momento così delicato per la città di Vicenza è quanto mai necessario lavorare tutti affinchè sia mantenuto in città un clima di confronto positivo". Anche Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, parla di "fatto gravissimo. Una grave violazione dei diritti umani e della democrazia".

Il sindaco di Vicenza è finito nel mirino del rappresentante del Comitato Due 'Sì Dal Molin', uno dei movimenti favorevoli all'ampliamento della base. Il rappresentante del comitato, Silvano Giometto, chiede le dimissioni del primo cittadino come 'terapia d'urto' per evitare tensioni come quelle avvenute in città. Secondo Giometto "non è accettabile, né possibile che un gruppo di contestatori produca guasti profondi all'immagine della città".

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