mercoledì 9 marzo 2011

Uno sciopero di 4 ore non basta


Il coordinamento lavoratori autoconvocati giudica insufficiente e tardivo lo sciopero generale di 4 ore indetto dalla Cgil per il 6 maggio. Serve una manifestazione di tutte le opposizioni sociali come vero percorso di generalizzazione


Coordinamento autoconvocati
La terza assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori autoconvocati, svoltasi a Roma il 26 febbraio scorso, si è espressa con un sostegno a tutte le mobilitazioni e agli scioperi in programma in questo
periodo: il 1 marzo degli immigrati sostenuto dall'USI, l'11 marzo di USB-Slai Cobas e altri, il 25 marzo di FLC e FP Cgil, il 15 aprile di CUB e SI Cobas, i prossimi Stati Generali della Precarietà 3.0 a Roma ad aprile e
la preparazione dello sciopero precario di San Precario. Ogni manifestazione di lotta che contribuisca a un maggiore protagonismo di lavoratrici, lavoratori, precari ed immigrati è un segnale positivo di resistenza alla
crisi che va valorizzato. Tuttavia auspichiamo, e lavoreremo, affinché tutti questi momenti di lotta sparsi convergano al più presto in una sola grande giornata di mobilitazione nazionale contro le politiche antipopolari del Governo Berlusconi, della Confindustria e della BCE.
Lo sciopero generale di 4 ore proclamato dalla Camusso per il 6 maggio prossimo è sicuramente il risultato delle enormi pressioni dal basso arrivate da dentro e fuori la Cgil, dai precari e dai movimenti di lotta.
Tuttavia è una proposta inefficace, testimoniale, smobilitante che rischia di alimentare la rassegnazione. La rivendicazione di uno sciopero generale e generalizzato, vero, unitario, resta totalmente inevasa dalla indizione della giornata del 6 maggio. Serve, infatti, una mobilitazione che si generalizzi a milioni e milioni di persone bloccando il paese come successo in Grecia, Francia, Portogallo ecc...
Per arrivare a questo risultato quindi tutti dovremo dare il nostro contributo e aumentare ulteriormente la pressione perchè questa richiesta di tantissimi lavoratori e lavoratrici non resti inascoltata. Invitiamo pertanto tutti i movimenti sindacali, sociali, ambientali che si oppongono all’offensiva padronale e governativa a individuare un percorso comune che costruisca tempestivamente, al di là della proliferazione di scioperi parziali, delle ambiguità e dei continui rinvii della Cgil, una giornata di lotta e di mobilitazione nazionale e una grande manifestazione a Roma. Per questo proponiamo a tutti i soggetti interessati, un percorso dal basso e
partecipato che lanci la mobilitazione.

Il coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori autoconvocati contro la crisi

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