lunedì 14 marzo 2011

Nucleare: scacco matto a Fukushima


E' ancora una volta la realtà, con tutta la sua drammaticità, a spiegare cosa significa concretamente cosa significa la scelta nucleare.


Marco Bersani
Mentre il Forum Nucleare spendeva 2 milioni di euro per presentare un’ingannevole campagna sul nucleare come una discussione da salotto tra una mossa di scacchi e l’altra; mentre il prof. Veronesi dichiarava che avrebbe dormito senza alcun problema con le scorie radioattive sotto il letto (non risulta al momento pervenuta l’opinione dei condomini); mentre Kikko Testa si sbracciava tra un dibattito e l’altro a spiegare le magnifiche sorti e progressive del nucleare (e del suo conto corrente da quando ha abbandonato l’ecologismo), la realtà, ancora una volta e con tutta la sua drammaticità, si premurava di spiegare cosa significa concretamente la scelta nucleare.
Il terremoto che ha stravolto il Giappone ha provocato un’esplosione dentro un reattore nucleare a Fukushima, provocando una nube radioattiva, l’evacuazione di 140.000 persone e il ricovero immediato di oltre un centinaio di persone; nel frattempo, anche il sistema di raffreddamento di altri due reattori dello stesso complesso nucleare dimostra anomalie non ancora risolte e foriere di ulteriori drammatiche preoccupazioni.
Di fronte a tale scientifica dimostrazione del fatto che le centrali nucleari sono intrinsecamente insicure, per cui ogni consesso civile dovrebbe fare l’unica scelta di buon senso possibile –
l’ abbandono di una strada energetica obsoleta, insicura, diseconomica e pericolosa- riparte la campagna ideologica dei nuclearisti sulla base delle ormai vetuste dichiarazioni “da noi non potrebbe mai succedere” / “le nuove centrali non comporterebbero questi problemi”/ “e comunque in Giappone non è successo nulla di grave” etc. etc.
Non succederà certo un’inversione di rotta del Governo e dei poteri forti.
Ma quello che può succedere è la ribellione popolare a chi non esita a destinare 40 mld di euro per una tecnologia che rimette l’energia, la sicurezza e la democrazia nelle mani dei soliti noti.
Il popolo dell’acqua ha convocato per il prossimo 26 marzo a Roma una manifestazione nazionale per la ripubblicizzazione dell’acqua e per la difesa dei beni comuni, dei diritti e della democrazia.
Sarà la manifestazione di quanti lottano per la vita e contro la sua consegna ai profitti dei mercati finanziari.
Dovrà essere il luogo dentro il quale anche l’opposizione antinucleare dimostri la propria capacità di presenza diffusa e reticolare, la propria radicale alternativa verso un modello energetico “pulito, territoriale e democratico”, il proprio insopprimibile desiderio di futuro per il pianeta, le generazioni presenti e future.
Tutte e tutti assieme, allegri e determinati, attivi per non divenire radioattivi, pronti a sommergere con tre valanghe di SI ai referendum della prossima primavera i poteri forti della privatizzazione dell’acqua e del ritorno al nucleare.
Tutte e tutti in piazza, perché tra la Borsa e la vita, abbiamo scelto la vita e la speranza di futuro.

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