sabato 5 marzo 2011

APPOGGIAMO LA RIVOLUZIONE LIBICA! VIA GHEDDAFI!


Comunicato del Bureau della IV Internazionale sul processo rivoluzionario in Libia

L'onda d'urto delle rivoluzioni in Tunisia ed Egitto continua ad allargarsi attraverso il mondo arabo e oltre. Da diversi giorni è la Libia il centro della sollevazione rivoluzionaria. Gli eventi stanno evolvendo giorno dopo giorno, ora dopo ora, ma oggi tutto dipende dalla straordinaria mobilitazione del popolo libico. Centinaia di migliaia di Libici si sono lanciati, spesso a mani nude, all'attacco della dittatura di Gheddafi. Intere città, intere regioni sono cadute nelle mani dei rivoltosi. La risposta della dittatura è stata spietata: repressione senza pietà, massacri, bombardamenti sulla popolazione con armi pesanti e incursioni aeree. Oggi siamo di fronte ad una battaglia all'ultimo sangue tra il popolo e la dittatura. Una delle caratteristiche della rivoluzione libica, in rapporto alle rivoluzioni in Tunisia ed Egitto, è la divisione degli apparati militari e di polizia. Ci sono scontri interni all'esercito stesso, una divisione territoriale caratterizzata da scontri tra le regioni e le città passate agli insorti e l'area di Tripoli sotto il controllo militare della dittatura. La dittatura libica rappresenta troppe ingiustizie sociali e democratiche, repressione, attacchi a libertà e diritti elementari. Deve essere cacciata.

La rivoluzione libica è parte di un processo complessivo che riguarda tutto il mondo arabo, e oltre, arrivando fino all'Iran e alla Cina. I processi rivoluzionari in Tunisia ed Egitto si stanno radicalizzando. In Tunisia i governi cadono uno dopo l'altro. Il movimento dei giovani e quello dei lavoratori si stanno spingendo ancora più avanti. Tutte le forme di continuità con il vecchio regime sono chiamate in questione. La richiesta di un'assemblea costituente, opposta a tutte le operazioni di recupero del regime, sta diventando sempre più forte. In entrambi i paesi, Tunisia ed Egitto, il movimento dei lavoratori si sta riorganizzando con il lancio di un'ondata di scioperi per la rivendicazione dei bisogni sociali elementari. Questa sommossa rivoluzionaria prende forme diverse e particolari, a seconda dei paesi: scontri violenti in Yemen e Bahrein, manifestazioni in Giordania, Marocco e Algeria. L'Iran è ancora una volta attraversato da lotte e manifestazioni per la democrazia e contro il regime di Ahmadinejad.

In questo contesto la situazione in Libia riveste un'importanza strategica. Questa nuova rivolta già porta con sé cambiamenti storici, ma il suo sviluppo può dipendere dalla battaglia in Libia. Se Gheddafi riprende il controllo della situazione, con migliaia di morti, il processo sarà frenato, contenuto o anche bloccato. Se invece Gheddafi sarà rovesciato, come risultato l'intero movimento ne gioverà e ne risulterà amplificato. Per questa ragione, tutte le classi dirigenti, tutti i governi, tutti i regimi reazionari del mondo arabo stanno più o meno supportando la dittatura libica.

Sempre in questo contesto l'imperialismo statunitense, l'Unione Europea e la Nato stanno moltiplicando le operazioni per cercare di controllare il processo in atto. Le rivoluzioni in corso indeboliscono, al di là di cosa affermino gli imperialisti nei loro discorsi, le posizioni dell'imperialismo occidentale. Così, come accade spesso, l'imperialismo utilizza il pretesto della “situazione caotica”, come la chiamano, o della “catastrofe umanitaria” per preparare un intervento e riprendere il controllo della situazione. Nessuno dovrebbe essere ingannato dalle intenzioni delle forze Nato: vogliono togliere dalle mani delle popolazioni locali le rivoluzioni in corso e sfruttare la situazione per occupare nuove posizioni, soprattutto in merito al controllo delle regioni petrolifere. Per questo ragione fondamentale è necessario rifiutare ogni intervento militare dell'imperialismo americano.

È compito del popolo libico, che ha iniziato il lavoro, portarlo a termine, con l'aiuto delle popolazioni locali, e tutte le forze progressiste a livello internazionale devono contribuire con la loro solidarietà e il loro supporto.
Da questo punto di vista siamo totalmente in disaccordo con le posizioni adottate da Hugo Chavez, Daniel Ortega e Fidel Castro. Fidel Castro ha denunciato il rischio di un intervento dell'imperialismo americano invece di supportare la lotta del popolo libico. Stessa cosa vale per Hugo Chavez, che ha confermato il suo appoggio al dittatore Gheddafi. Queste posizioni sono inaccettabili per le forze rivoluzionarie, progressiste e anti-imperialiste del mondo intero. Non ci si oppone all'imperialismo appoggiando dittatori che massacrano il loro popolo in rivolta. Questo può solo rafforzare l'imperialismo. Compito fondamentale del movimento rivoluzionario a livello internazionale è difendere queste rivoluzioni e opporsi all'imperialismo appoggiando loro, non i dittatori.

Noi siamo dalla parte del popolo libico e delle rivoluzioni arabe in corso. Dobbiamo esprimere la nostra solidarietà incondizionata, per i diritti civili, sociali e democratici che stanno emergendo in questa rivoluzione. Una delle priorità consiste nel fornire tutti gli aiuti alla popolazione libica – gli aiuti medici in arrivo da Egitto o Tunisia, gli aiuti alimentari necessari – chiedendo la cancellazione di tutti i accordi commerciali con la Libia e la sospensione della vendita delle armi. Dobbiamo prevenire il massacro del popolo libico.

Solidarietà con le rivoluzioni arabe!
Appoggiamo il popolo libico!
No all'intervento imperialista!
Giù le mani dalla Libia!

Bureau della Iv Internazionale

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