lunedì 21 giugno 2010

Pomigliano, il giorno più lungo


Pressione a mille per il referendum che si terrà martedì. Tutto l'establishment tifa per il sì che otterrà, sotto ogni previsione, un plebiscito. Intanto l'azienda non smentisce il piano C che la Fiom bolla come «mostruosità illegale». Già pronte le otto urne in cui si potrà votare dalle 8 alle 21. In tarda serata i primi risultati


Occhi puntati su Pomigliano per tutta la giornata di domani, martedì 22, giorno del referendum tra i lavoratori sull'accordo separato lo scorso 15 giugno. La pressione sugli operai dello stabilimento campano ha ormai raggiunto lo zenith. Non c'è "potere" della Repubblica che non abbia finora sentito il bisogno di intervenire per augurarsi che vinca il sì e che la linea dura della Fiom venga sconfessata. Il governo è compatto in questo senso e Confindustria non fa mancare la quotidiana dichiarazione della sua presidente al fianco dell'azienda Fiat. Anche il Pd non è da meno: «Abbiamo sempre detto di essere per il sì» si è giustificato il responsabile economico del partito democratico dopo l'ennesima richiesta di una presa di posizione chiara avanzata dal resto del mondo.
Solo che la giornata di oggi è anche caratterizzata dall'indiscrezione, pubblicata sul quotidiano La Repubblica, di un "piano C" da parte dell'azienda - oltre, cioè, l'ipotesi di accordo o quella di spostare la produzione in Polonia - che punterebbe a costituire una nuova società, una sorta di PomiglianoFiat che si incaricherebbe di assumere da capo i lavoratori per applicare loro un nuovo contratto e avere così la certezza del rispetto dell'accordo. L'indiscrezione, non smentita dal Lingotto, assomiglia a un nuovo ricatto fatto piombare sulla testa degli operai di Pomigliano alla vigilia del referendum che, a questo punto, non può non sfiorare il 100% dei sì. La Fiom, però, non si è fatta finora intimidire dalle pressioni subite e ha dichiarato ancora oggi che comunque andrà il referendum sarà illegittimo «indipendentemente dall'esito delle votazioni». E questo per due ragioni, come spiega il segretario Fiom di Napoli, Andrea Amendola: «La prima è che, laddove si vietano gli scioperi, ci sono deroghe a leggi dello Stato e alla stessa Costituzione, che non possono essere sottoposte al voto referendario». «La seconda - prosegue il sindacalista - è che il referendum non presenta due opzioni alternative, ma in realtà solo una, perchè se vincono i No l'azienda ha detto che chiude. Quindi tutti andranno a votare e voteranno si».
Ma il sindacato dei metalmeccanici Cgil è intervenuto anche sul cosiddetto "piano C" della Fiat per dire che «il piano C cui starebbe lavorando la Fiat corrisponde a quanto ventilato e poi ritirato dall'azienda stessa nell'incontro sindacale del 15 giugno» e la sua esistenza «non farebbe che aggravare la situazione». Giorgio Cremaschi lo definisce «una mostruosità illegale». «In Italia e nell'Europa queste pratiche sono condannate dalla legge, dalle costituzioni e dalla stessa Carta europea. C'è un solo modello a cui si può fare riferimento, quello delle maquilladoras, le fabbriche che le multinazionali Usa instaurano subito al di là dei confini con Messico per violare ogni legge e ogni contratto. In Italia e in Europa questo non è possibile, ma è indicativo che nella Fiat si pensi a questa soluzione».
In fabbrica, comunque, tutto è pronto per il referendum. Le urne, che saranno otto, saranno aperte dalle 8 alle 21 (più una nello stabilimento separato di Nola) per far votare i circa 5000 lavoratori. La giornata di votazione verrà considerata di lavoro e dunque, retribuita al 100%. L'eventuale assenza, dunque, dovrà essere giustificata. In queste ore è riunita a Pomigliano la Commissione elettorale, composta dalle organizzazioni sindacali che hanno siglato l'accordo e promosso il referendum, per decidere se costituire eventuali altri due seggi nella fabbrica, portando così a 10 le urne disponibili.
Si voterà reparto per reparto e, in ogni turno di lavoro, si svolgeranno due ore di assemblea per consentire ai lavoratori di votare. I lavoratori potranno accedere al voto presentando un documento d'identità o il badge aziendale. Al seggio troveranno uno scrutatore nominato dalla Commissione elettorale più altri rappresentanti (uno per organizzazione sindacale firmataria). Hanno chiesto di presenziare alle operazioni di voto anche i Cobas, che non hanno siglato l'intesa. Al lavoratore verrà consegnata una scheda simile a quella dei referendum abrogativi: sotto la domanda 'sei favorevole all'accordo siglato in data 15/6' e alle specifiche dell'intesa, sulla scheda ci saranno due riquadri, con 'si« e 'nò. Lo spoglio inizierà subito dopo la chiusura delle urne, alle 21. Le prime proiezioni si attendono alle 22.30 circa, mentre per le prime ore del giorno 23 di dovrebbero avere i risultati definitivi.

Nessun commento: