sabato 12 giugno 2010

AGGRESSIONE, RICATTO E RAPINA


E’ quanto padroni e governo stanno mettendo in atto contro la classe lavoratrice.

L’AGGRESSIONE
La Fiat ha posto ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali a Pomigliano un diktat brutale e un ricatto vergognoso: o accettate le mie condizioni e vado in un altro paese.
Le condizioni della Fiat sono quelle che alcuni lavoratori hanno definito “una schiavitù senza catene”:
- non solo i 18 turni molto pesanti nelle loro modalità, ma anche
- la deroga dal contratto nazionale di lavoro
- la deroga ad alcuni leggi fondamentali sul lavoro.
Attacco alle pause, alla mensa, riduzione dei salari, deroga al contratto sullo straordinario obbligatorio, aumentandolo fino all’80%; deroga dal contratto sui recuperi produttivi, abolizione del pagamento dei primi 3 giorni di malattia in casi di assenza superiori a un certa percentuale.
E poi ancora, l’obbligo per tutte le organizzazioni sindacali di rigare dritto su straordinari e flessibilità pena sanzioni verso i sindacati e RSU e infine il licenziamento per quei lavoratori che non obbedissero alle nuove, inflessibili regole della flessibilità.
La Fiat vuole dei servi da sfruttare come e quando vuole, non dei lavoratori con dei diritti.
L’attacco parte da Pomigliano, dove i lavoratori sono più in difficoltà per il lunghissimo periodo di cassa integrazione, ma il futuro prospettato agli operai campani è quello che vogliono imporre a tutti i lavoratori Fiat, anzi a tutti i lavoratori italiani.

LA RAPINA
Nello stesso tempo la manovra finanziaria di Berlusconi, Tremonti, Draghi e Marcegaglia, è un decreto di lacrime e sangue per l’intera classe lavoratrice, costruito e propagandato con lo scopo di dividere i lavoratori del settore privato da quelli pubblici, cioè di impedire una risposta unitaria e massiccia del mondo del lavoro Sposta colossali fortune a favore dei ricchi, degli speculatori, delle banche; precipita il paese in una lunga depressione e determina una drammatica crisi sociale di povertà e disoccupazione;
o aumenta un’altra volta l’età della pensione per donne e uomini; blocca i salari dei lavoratori pubblici
o taglia selvaggiamente i trasferimenti agli enti locali, così chiuderanno nidi, scuole materne, scuole, assistenza agli anziani, trasporti, servizi sociali di ogni genere;
o taglia 130 mila insegnanti nelle scuole, di oltre 150 mila i lavoratori nella sanità,
Con un'altra legge (il collegato sul lavoro) Governo e Confindustria sferrano un colpo mortale ai lavoratori del privato, ai residui diritti e alle conquiste del mondo del lavoro, smantellando lo Statuto dei diritti dei lavoratori .

NON DOBBIAMO ABBASSARE IL CAPO DI FRONTE ALLA FIAT, AI PADRONI E AL GOVERNO. Dobbiamo reagire; a pagare devono essere i responsabili della crisi.

Non dobbiamo rassegnarci, non dobbiamo lasciarci dividere: da una parte ci sono la vita e il lavoro delle classi popolari, di tutti i lavoratori e lavoratrici, pubblici e privati, italiani e migranti; dall’altra i profitti di una classe padronale avida e di un ceto politico complice. Dobbiamo trovare la strada della lotta per difendere occupazione salario e diritti.

Occorre un forte movimento unitario e dal basso.
Le forze politiche, sociali, sindacali che non vogliono abbandonare la difesa dei diritti di lavoratori, lavoratrici, giovani e precari devono trovare l’unità per sostenere un’ampia mobilitazione, che permetta di sconfiggere il disegno reazionario della Fiat (il ritorno al padrone delle ferriere dell’800) e difendere realmente il mondo del lavoro e gli interessi popolari.


SINISTRA CRITICA Torino

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