martedì 30 ottobre 2012

Sciopero a metà ma sciopero

La Cgil decide di proclamare 4 ore di sciopero generale il 14 novembre nel quadro della giornata di mobilitazione europea indetta dalla Ces ma raccolta da quasi tutti i movimenti sociali. La prima risposta europea all'austerity





La Cgil rompe gli indugi e decide di muovere ancora un passo nel quadro di una mobilitazione europea. La Segreteria nazionale infatti, dopo aver "inutilmente ricercato con CISL e UIL", spiega una nota di Corso ITalia, "di tradurre la decisione della CES di una mobilitazione europea il 14 novembre" ha interrotto le trattative con gli altri due sindacati e ha proclamato lo sciopero generale di quattro ore da gestire a livello territoriale. Uno sciopero a metà, che evita di chiamare direttamente in causa il governo Monti ma che non rinuncia a riferirsi alla legge di stabilità e quindi alla manovra di rigore. Come spiega la stessa nota della segretaria, "lo sciopero è “per il lavoro e la solidarietà contro l’austerità. E’ evidente che al centro di questa giornata di sciopero l’obiettivo di cambiare la legge di stabilità come il complesso delle politiche del governo rientrano pienamente nella piattaforma della Ces". Il 14 si carica quindi di significati ambivalenti ma la decisione della Cgil carica quella giornata di un significato di lotta europea che, quasi certamente, sarà gestita nelle forme più articolate e diverse dai vari movimenti e sindacati.



La piattaforma della Ces

14 NOVEMBRE 2012 CON LA CONFEDERAZIONE EUROPEA DEI SINDACATI PER IL LAVORO E LA SOLIDARIETA' – NO ALL'AUSTERITA'. L'AUSTERITA' NON FUNZIONA!



Da molti anni il movimento sindacale europeo deplora le misure di austerità. Esse trascinano l'Europa nella stagnazione economica, fino alla recessione. Il risultato: blocco della crescita e disoccupazione in continuo aumento. I tagli a salari e protezione sociale sono attacchi al modello sociale europeo e aggravano disuguaglianze ed ingiustizia sociale.

Gli “errori di valutazione” del Fondo monetario internazionale (FMI) hanno avuto un impatto incalcolabile sulla vita quotidiana dei lavoratori e cittadini europei. Tutto ciò rimette in gioco l'intera base delle politiche di austerità. Il FMI si deve scusare. La Troika deve rivedere le sue richieste. L'Europa ha un debito sociale, non esclusivamente monetario. E' stata promessa una ripresa che non è mai avvenuta. 25 milioni di europei non hanno lavoro. In alcuni paesi il tasso di disoccupazione giovanile oltrepassa il 50%. Il senso di ingiustizia è diffuso e lo scontento sociale sta crescendo.



E' NECESSARIO UN CAMBIO DI ROTTA VERSO UN PATTO SOCIALE EUROPEO



I sindacati europei chiedono un cambiamento di rotta. Le misure applicate non stanno funzionando, stanno invece distruggendo I nostri lavori e il nostro patrimonio sociale. La Ces chiede un patto sociale per l'Europa, con un vero dialogo sociale, una politica economica che stimoli occupazione di qualità, la solidarietà tra paesi e la giustizia sociale.

I lavoratori stanno pagando a caro prezzo crisi e misure di austerità, mentre il mondo della finanza e gli speculatori continuano a prosperare. Poniamo fine alla frode fiscale, ai paradisi fiscali e alla competizione fiscale tra paesi. La tassa sulle transazioni finanziarie deve contribuire a riparare I danni del capitalismo senza regole.

PER IL LAVORO E LA SOLIDARIETA' NO ALLE DISUGUAGLIANZE SOCIALI

Noi rifiutiamo: Noi proponiamo:

− lo smantellamento della protezione − sociale;

− l'aumento della flessibilità del mercato − del lavoro;

− la privatizzazione dei servizi pubblici; − − la pressione al ribasso sui salari; − − la diminuzione delle pensioni; − la deregolamentazione degli standard

una governance economica al servizio della crescita sostenibile e occupazione di qualità; giustizia economica e sociale attraverso politiche di redistribuzione, tassazione e protezione sociale; una garanzia occupazionale per i giovani; un'ambiziosa politica industriale europea orientata verso un'economia verde e a basse emissioni di carbonio e verso settori rivolti al futuro, con opportunità di occupazione e crescita;

sociali; − l'esclusione sociale; − la crescita delle disuguaglianze; − l'attacco alla contrattazione collettiva e

al dialogo sociale.

− l'intensificazione della lotta contro il dumping sociale e salariale;

− la condivisione del debito attraverso gli Eurobond; − l'effettiva applicazione di una tassa sulle transazioni

finanziarie per combattere la speculazione e

agevolare politiche di investimento; − l'armonizzazione della base fiscale con un tasso

minimo per le imprese in Europa; − uno sforzo determinato per combattere l'evasione e

la frode fiscale; − il rispetto per la contrattazione collettiva e il dialogo

sociale; − il rispetto dei diritti sociali e sindacali fondamentali.

(Trad. MC)

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