giovedì 27 agosto 2009

AUTOCONVOCHIAMOCI PER UN'OPPOSIZIONE RADICALE


Lettera aperta a:
ActiondirritinMovimento, Arci, Arcigay, Arcilesbica, AteneinRivolta.org, Attac, Carta, Confederazione Cobas, Comitato promotore 17 ottobre, Cub, Epicentro solidale, Facciamo Breccia, Fiom-Cgil, Global Project, L'Altro quotidiano, Liberazione, il manifesto, NodalMolin, NoTav, Patto di Mutuo soccorso, Prc, Pdci, Pcl, RdB, Rete 28 Aprile, Rete dei comunisti, Sdl, Sinistra e Libertà, Unione degli studenti, Uniriot (e a tant@ altr@ che abbiamo dimenticato).

Cari compagni e compagne,
la durezza degli attacchi del goveno alle condizioni di vita di lavoratori e lavoratrici, precari, donne, migranti è del tutto evidente. Le varie manovre e manovrette non solo non hanno mai avuto una finalità sociale ma si sono incaricate sempre di ridurre diritti acquisiti e di peggiorare il futuro di milioni di lavoratori e lavoratrici. A tutto questo l'opposizione parlamentare non dà alcuna risposta mentre il sindacalismo concertativo o è complice oppure sogna un'improbabile ritorno alla concertazione. E il governo può agitare qualsiasi minaccia sia essa quella del ritorno alle gabbie salariali, dell'introduzione di un vero e proprio stato di guerra, il massacro senza ritegno dei migranti per mare.
Tra le forze della sinistra di classe, diversamente collocate, non ci sembra ci sia divisione su questo. C'è difficoltà invece a elaborare una risposta unitaria che vada oltre i differenti, e legittimi, progetti politici e che sappia mettere in valore le diverse forze organizzate per coagulare una massa critica adeguata ai tempi. I temi su cui esercitarsi sono molteplici e tutti importanti: la crisi economica con le sue ricadute sociali, l'emergenza razzismo, gli attacchi costanti ai diritti delle donne, la devastazione ambientale, lo sperpero di "beni comuni", la guerra. L'organizzazione della manifestazione antirazzista del 17 ottobre costituisce certamente un passo positivo ma, anche per rafforzarne l'efficacia, possiamo andare oltre.
L'esperienza dell'Innse, in cui una forte resistenza operaia ha dimostarto che si può costruire una via d'uscita a sinistra, sia pure parziale, alla crisi, è lì a porci il problema della nostra efficacia collettiva.
Con questa lettera noi vogliamo rivolgere una proposta minima ma passibile di costruire una fase nuova. Lasciare sullo sfondo le nostre differenze di progettualità politica, in particolare il tema delle elezioni, per dare invece risalto a una risposta sociale che, in particolare, fronteggi la crisi e il razzismo, ma non solo. Una risposta non necessariamente univoca né legata ad eventi - tipo manifestazione nazionale o prossime scadenze elettorali - in grado di difendere diritti fondamentali - il contratto, la pensione, il ruolo pubblico dell'insegnamento - per provare a strappare conquiste - un salario sociale, un salario minimo, la moratoria sui licenziamenti - per provare a far giocare un ruolo a quel blocco sociale dimenticato, e che è maggioritario, costituito da lavoratori e lavoratrici, stabili o precari che siano.
Per questo proponiamo di autoconvocare, senza primogeniture, un incontro di tutta la sinistra politica, sociale e sindacale. Un incontro da svolgere al più presto, basato sulla condivisione che esiste un'emergenza sociale e che c'è bisogno di un'unità di classe la più ampia e più efficace possibile e depositario quindi di qualsiasi determinazione le nostre forze congiunte possono intraprendere.
Certi di una vostra risposta, nonostante le vacanze estive, vi inviamo i nostri più cari saluti.

Sinistra Critica
Il gruppo operativo nazionale
info: 3355341571

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