mercoledì 9 settembre 2009

Costruiamo il nostro autunno di lotta


C’E’ LA RIPRESA……. DEI PROFITTI!!
Costruiamo il nostro autunno di lotta
Ogni giorno giornali e televisioni ci dicono che la crisi è finita e che tutto può riprendere come prima. Aggiungono solo un piccolo dettaglio: nei prossimi mesi almeno una azienda su tre ridurrà i posti di lavoro, centinaia di migliaia di nuovi disoccupati dopo che un milione di posti di lavoro sono già andati persi nell’ultimo anno.
Questa storia ricorda la vecchia barzelletta del medico che trionfalmente annunciava: l’operazione è perfettamente riuscita: il paziente però è morto.

Ripresa dei profitti e della disoccupazione…
E infatti l’operazione di rilancio dei profitti, dei bonus dei manager, degli utili delle banche sta riuscendo perfettamente sulla pelle dei lavoratori, delle loro condizioni di vita, della disoccupazione.
.. e attacco al salario
Mentre Bossi e la Lega continuano la loro vergognosa campagna razzista per dividere lavoratori italiani e migranti e i lavoratori del Sud da quelli del Nord, (deve essere chiaro che chi propone la divisione lavora per il tornaconto di padroni e padroncini), il ministro del Lavoro (!?) Sacconi vuole distruggere la contrattazione nazionale riducendo drasticamente i salari con retribuzioni sempre più differenziate, aziendali od anche individuali, trasformando il mondo del lavoro in una giungla di divisioni e ricatti. Poi infine arriva la Federmeccanica a proclamare che per il prossimo anno non ci deve essere nemmeno un euro di aumento salariale e il cerchio si chiude.

Durante l’estate sono però cresciute anche le lotte dei lavoratori.
E sono diventate sempre più dure: lotte per impedire la chiusura delle fabbriche, per avere gli stipendi pagati, contro i licenziamenti e per difendere i propri diritti. E’ di questi giorni anche le lotte degli insegnanti precari (decine di migliaia che rischiano di restare a casa). Un vero licenziamento di massa, inaccettabile per i lavoratori coinvolti ma anche per tutto il paese perché significa la scomparsa di una scuola pubblica e di qualità per tutti.

Non si può stare a guardare l’attacco di padroni e governo senza reagire; né possono bastare le pur straordinarie mobilitazioni molto dure, ma isolate; serve una risposta unitaria e d’insieme del movimento dei lavoratori, l’unità di tutte le lavoratrici e lavoratori del nostro paese italiani e migranti per poter vincere.

Per difendere i salari, il posto di lavoro, la contrattazione nazionale e collettiva, strumento di unità e di forza, è necessario il coordinamento delle lotte in corso; serve una piattaforma di lotta comune che contenga gli obbiettivi di difesa delle condizioni di vita della classe lavoratrice, il blocco dei licenziamenti, la distribuzione del lavoro esistente tra tutti senza perdita di salario, la tutela del reddito;
Basta con la rassegnazione, serve un autunno di mobilitazione, come quello che di 40 anni nel ’69 che i giornali e padroni evocano con grande preoccupazione perché sanno che se la classe lavoratrice ritroverà quella unità e capacità di lotta, potrà far pagare la crisi ai veri responsabili: ai padroni, alle banche, ai governi che li sostengono.

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