martedì 27 maggio 2008

La lotta per il salario, perchè no?

ASSEMBLEA PUBBLICA
mercoledì 28 maggio alle ore 21
Centro di Incontro Vanchiglietta
Corso Belgio 91
intervengono, tra gli altri
PINO LAROBINA, lavoratore ex Fiat Ricambi ADRIANO ALESSANDRIA, lavoratore Lear
ENNIO AVANZI, movimento migranti Torino conclude
FRANCO TURIGLIATTO

www.sinistracritica.org sinistracriticatorino@yahoo.it
sede: via santa giulia 64 tel: 0118177972

Le tre confederazioni sindacali, senza una vera consultazione e senza alcun vincolo di mandato, hanno varato un progetto di riforma della contrattazione che nei fatti propone lo smantellamento del contratto nazionale di lavoro, lo scambio tra salario e produttività e apre la strada alle famigerate gabbie salariali, abolite 40 anni fa dalla lotta dei lavoratori.

Tutto il contrario di quel che dovrebbe fare un sindacato che abbia veramente a cuore gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici e che voglia reagire a una Confindustria che punta a far saltare il contratto nazionale.Tutto il contrario di quel che si dovrebbe fare per avere una divisione della ricchezza nazionale meno ingiusta di quella attuale.

I dati parlano da soli e indicano una classe lavoratrice sempre più in difficoltà sul piano salariale Mentre i profitti nel corso degli ultimi 20 anni sono passati del 23 al 31,3%, i salari hanno conosciuto un vero crollo: 120 miliardi ogni anno sono passati dalle tasche dei lavoratori a quelle dei padroni. Ciascun lavoratore dipendente si trova alla fine dell’anno con 7 mila euro in meno.
Per reagire a questo furto serve non meno, ma più contratto nazionale, l’unità di tutti le lavoratrici e lavoratori, contro le divisioni che fanno il gioco dei padroni e dei politicanti in mala fede.

Forti aumenti per salari e pensioni,
salario minimo intercategoriale di 1300 euro,
un salario sociale per i disoccupati, una nuova scala mobile,
l’abolizione delle leggi che condannano alla precarietà,
servizi pubblici di qualità e accessibili a tutti, a partire da scuola e sanità.

E poi c’è un governo che, dopo aver fatto finta di prendersela con i banchieri e petrolieri, si guarda bene dall’infastidire i capitalisti, a cui viene data anzi la possibilità usare liberamente lo straordinario, incentivando così il peggioramento delle condizioni di lavoro e della sicurezza., quando invece ai lavoratori servirebbe la restituzione del drenaggio fiscale e un abbassamento delle tasse sul reddito complessivo.

Un governo che vara misure feroci e liberticide contro migranti, rom e movimenti sociali di lotta, promettendo galera per tutti; sono misure che non risolveranno nessuno dei problemi sociali, ma che vogliono far scaricare la rabbia dei ceti popolari per le loro pessime condizioni di vita su altri disgraziati, indicati come capri espiatori.

Solo attraverso la mobilitazione collettiva sarà possibile tornare a vincere e a conquistare un livello di vita decente; solo contrastando il razzismo, costruendo l’unità dei lavoratori italiani e di quelli migranti, (come 40 anni fa si realizzò tra gli operai del Nord e del Sud), ci sarà la forza per battere i padroni, per conquistare quel risarcimento sociale che il governo di centro sinistra non ha voluto dare e che non verrà certo da Berlusconi, Fini e Bossi.


Per riaprire una stagione di lotta per il salario e contro la precarietà,
per costruire l’opposizione al governo delle destre e alla Confindustria e ricostruire una sinistra che faccia la sinistra

Nessun commento: