domenica 27 febbraio 2011

E' l'ora di una manifestazione nazionale


Dopo la proposta degli universitari di Atenei in Rivolta per una manifestazione nazionale contro il governo e la Confindustria anche l'assemblea sindacale autoconvata, riunitasi il 26 febbraio a Roma, rilancia la mobilitazione


Si è svolta oggi a Roma, nella sala del teatro Colosseo, la prevista assemblea autoconvocata per uno sciopero generale e generalizzato frutto di un appello che ha raccolto un migliaio di adesioni di lavoratrici, lavoratori, delegati iscritti o non iscritti alla Cgil o ai sindacati di base. All’assemblea hanno preso parte oltre trecento delegati e lavoratori che hanno voluto in tal modo sollecitare la massima unità e la massima incisività nella lotta contro il modello Marchionne che, dopo Mirafiori e Pomigliano, sta estendendosi anche oltre la stessa Fiat. Quel modello, con il pretesto della crisi e della concorrenza globale, punta allo smantellamento dei diritti e delle tutele sindacali e vuole riportare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori indietro di un secolo. L’assemblea, inoltre, invita tutti i movimenti sindacali, sociali, ambientali che si oppongono all’offensiva padronale e governativa a individuare un percorso comune che costruisca tempestivamente, al di là delle ambiguità, delle timidezze e dei continui rinvii della Cgil, una giornata di lotta e di mobilitazione nazionale e una grande manifestazione a Roma.


Il documento conclusivo

Nel 3° incontro Nazionale, riuniti a Roma nel nuovo teatro Colosseo, abbiamo assistito ad un evidente salto di qualità e di partecipazione, rilanciando la necessità di un rinnovato e radicale protagonismo di classe, emerso negli oltre 30 interventi di lavoratori e lavoratrici.
All’assemblea hanno preso parte più di trecento delegati e lavoratori che hanno voluto in tal modo sollecitare la massima unità e la massima incisività nella lotta contro il modello Marchionne che, dopo Mirafiori e Pomigliano, sta estendendosi oltre la stessa Fiat. Quel modello, con il pretesto della crisi e della concorrenza globale, punta allo smantellamento dei diritti e delle tutele sindacali e vuole riportare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori indietro di un secolo.
La denuncia del piano Marchionne come unico modello di gestione della crisi, ha visto la necessità del rilancio della piattaforma di lotta sulla quale chiedere una mobilitazione vasta e unitaria contro queste politiche antipopolari:
Blocco dei licenziamenti, delle chiusure, delle fabbriche, delle esternalizzazioni, dei tagli all’istruzione, alla ricerca e alla spesa sociale;
lotta all’aumento dei ritmi e alla produttività;
contro le speculazioni edilizie e finanziarie, principali cause di chiusure e delocalizzazioni;
per la distribuzione del lavoro che c’è “lavorare meno lavorare tutti” a parità di salario e per l’accesso e la continuità del reddito;
per la stabilizzazione di tutti i precari|e e gli atipici, cancellazione delle leggi sulla precarietà
per dire No all’eliminazione del CCNL e alla ristrutturazione dei diritti di tutto il mondo del lavoro;
Per una effettiva reale e diretta rappresentanza sindacale dei lavoratori in ogni luogo di lavoro, tutti eleggibili tutti elettori;
Contro la Bossi-Fini, per l’estensione dei diritti ai lavoratori migranti
Ritiro del collegato al lavoro e della Riforma Gelmini.
Contro lo statuto dei lavori, per la difesa dello statuto dei Lavoratori
L’assemblea, inoltre, invita tutti i movimenti sindacali, sociali, ambientali che si oppongono all’offensiva padronale e governativa a individuare un percorso comune che costruisca tempestivamente, al di là delle ambiguità, delle timidezze e dei continui rinvii della Cgil, una giornata di lotta e di mobilitazione nazionale e una grande manifestazione a Roma.
Per questo proponiamo a tutti i soggetti interessati, un percorso dal basso e partecipato finalizzato alla costruzione di una assemblea nazionale che lanci la mobilitazione.
Infine, ribadiamo la necessità di costruire coordinamenti locali e\o rafforzare e sviluppare quelli già esistenti, per costruire un coordinamento nazionale effettivamente rappresentativo di tutti i territori e che possa sviluppare il conflitto di classe in tutto il paese per contribuire alla costruzione di un vero sciopero generale e generalizzato unitario e dal basso.
Assemblea dei coordinamenti e dei comitati dei lavoratori e lavoratrici autoconvocati contro la crisi.

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