martedì 2 marzo 2010

LA BELLA GIORNATA DEL I MARZO


Pienamente riuscita la giornata di mobilitazione dei migranti contro il razzismo e lo sfruttamento in tutto il paese e a TorinoLe compagne e i compagni trovano qui di seguito il report dei due compagni nostri (Ennio e Gippò), maggiormente impegnati nel movimento, hanno prodotto per informazione e commento politico.


Migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione indetta dal coordinamento migranti e le realtà antirazziste torinesi, formatosi per la preparazione del 1°marzo, giornata di lotta per i diritti e la dignità, contro il razzismo e lo sfruttamento. Già dalle prime ore del mattino si coglieva la straordinarietà della mobilitazione. In particolare, Porta Palazzo si svegliava incredibilmente vuota per l'assenza del 90% dei banchi: hanno scioperato gli immigrati che nella notte li montano, nonostante che i sindacati di Torino, nota dolente, non avessero indetto lo sciopero cittadino così come è stato fatto in altre città. Un risultato conseguito anche grazie al lavoro congiunto degli studenti e gli insegnanti del collettivo Gabelli, scuola per adulti frequentata da immigrati, presente quasi tutti i giorni della settimana durante le ore del mercato e per tutto il venerdì sera assieme anche ad alcuni compagni di Sinistra critica; dell'aria anarchica che ha discusso la notte con chi montava e del circolo mariateguista che è intervenuto all'alba del 1° marzo.
Alle 17 il giallo, simbolo della giornata e mille altri colori cominciava a dominare il grigio piazzale davanti alla stazione di Porta Nuova. Significativa era la presenza dei migranti, molti dei quali giovani, africani, maghrebini, ma anche asiatici, da anni assenti o ai margini delle manifestazioni antirazziste torinesi. Occorre notare, inoltre, la partecipazione colorata del collettivo Gabelli a cui si sono unite altre scuole con una forte concentrazione di studenti immigrati e la presenza del collettivo immigrati autorganizzati. Dal furgone del Gabrio, che ha lavorato intensamente alla buona riuscita della giornata, la musica si alternava agli interventi degli organizzatori e degli immigrati che raccontavano le loro storie di vita. La sola forza politica organizzata presente era nei fatti Sinistra Critica che ha fortemente creduto all'importanza della giornata e ha contribuito nei giorni precedenti alla sua riuscita; mentre tra le forze sindacali vi era una discreta presenza delle rdb e della cub e una scarna delegazione della Cgil, fino all'ultimo indecisa se aderire o meno, mentre alcune Rsu della Fiom hanno sorretto l'iniziativa. L'unico sindacato che ha dichiarato lo sciopero, valido solo per il comparto scuola, è stato il Sisa.
Stupisce, invece, l'assenza organizzata della Federazione della sinistra e della galassia dispersa della sinistra radicale, presente solo con alcuni consiglieri comunali e regionali e alcuni militanti sparsi (tra cui alcuni interni al coordinamento), che cercavano di spiegarsi la ragione di questa vistosa assenza. Non per essere maligni, ma evidentemente i pensieri sono rivolti altrove e gli immigrati, come si sa, non portano voti. Tra i moderati, solo l'associazione radicale Adelaide Aglietta ha partecipato alla costruzione torinese orientando la sua azione esclusivamente nella difesa dei diritti civili. Il tentativo di settori del Pd di attenuare di attenuare la carica conflittuale della giornata rivendicando un antirazzismo genericamente culturale è fallito.
Il corteo partiva, dunque festoso, gioioso e determinato nel rivendicare diritti e dignità, quando l'annuncio dell'arresto di un ragazzo senegalese, fermato e trattenuto dalla polizia ferroviaria perché privo di documenti, coglieva tutti di sorpresa. La testa del corteo decideva così di fermarsi, mentre nel frattempo gli organizzatori tentavano una difficile trattativa con la digos per ottenere il rilascio del ragazzo. Di fronte alla risposta negativa, i manifestanti rispondevano nel modo giusto alla provocazione: proseguire col corteo attraversando le vie di san Salvario per poi ritornare a Porta Nuova, chiedendo a gran voce la liberazione del ragazzo. Una volta raggiunta la stazione, i giovani immigrati non cedevano alle ripetute provocazioni della polizia e formavano un presidio che alla fine riusciva ad imporre la liberazione del giovane senegalese, a rischio Cie o galera, dal momento che la clandestinità costituisce un reato. In questo caso, anche l'aria anarchica ha avuto un ruolo positivo: presente alla manifestazione ha seguito lo spirito pacifico del corteo dimostrando di aver compreso il valore e la presenza di un movimento reale di migranti. Azioni ribellistiche, che la provocazione dell'arresto del senegalese avrebbero potuto indurre, avrebbero infatti avuto un segno negativo e sarebbero state usate contro i migranti.
Una vittoria importante a conclusione di una giornata di lotta entusiasmante che ha rappresentato un passo in avanti nell'autorganizzazione dei migranti, elemento imprescindibile della costruzione di un ampio e vasto movimento contro la crisi e il razzismo.

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