sabato 27 febbraio 2010

Parte la campagna "le nostre vite valgono più dei loro profitti"!


La crisi non è finita. A dispetto delle menzogne degli uffici studi, degli organismi internazionali, del governo Berlusconi, la crisi economica globale non è finita e gli effetti drammatici su lavoratricie lavoratori sono appena iniziati.Ma cos’è questa crisi? Ci hanno raccontato che è tutta colpa di banchieri cattivi che hanno messo in difficoltà la “sana” economia e gli imprenditori produttivi con le loro speculazioni finanziarie.La realtà è un po’ differente. Non ci sono imprenditori “buoni” e speculatori “cattivi”: la finanziarizzazione dell’economia e le speculazioni borsistiche sono state uno strumento che il capitale nel suo insieme ha utilizzato per aumentare i profitti attaccati negli anni ‘60/’70 dalle conquiste operaie e sociali e dalle diverse condizioni di scambio internazionali.Per abbattere quelle conquiste il padronato ha utilizzato tutti i mezzi per imporre il proprio dominio: ristrutturazioni e delocalizzazioniproduttive, distruzione delle tutele giuridiche del lavoro, precarizzazione, divisione tralavoratori nativi e migranti…Oggi la crisi continua, e continua l’uso della crisi da parte dei padroni che espellono migliaia di lavoratori dalla produzione, riducono i diritti e aumentano lo sfruttamento di chi lavora. La speculazione sulle aree è lo strumento più diffuso dell’uso padronale della crisi, favorito dallepolitiche governative – che dagli Stati uniti all’Europa (e all’Italia)hanno iniettato ingenti aiuti finanziari proprio alle banche e agli stessi responsabili della crisi - e dalla sostanziale acquiescenza della minoranza parlamentare.E sono proprio i Marchionne di turno – salutati anche a sinistra come imprenditoria “progressista”– a fare il lavoro più sporco e a insegnarci cosa sia il capitalismo italiano: acquisire nuove impresesenza tirar fuori un soldo; chiudere stabilimenti interi scaricandone i costi sociali sul bilanciodello Stato; aumentare comunque carichi e ritmi di lavoro negli stabilimenti ancora in funzione; utilizzare cassa integrazione insieme a straordinari in nome della flessibilità; e distribuendo cospicuidividendi ai propri azionisti utilizzando i finanziamenti pubblici.Così sono capaci tutti di fare gli imprenditori!E intanto continuano le appropriazioni private dei beni comuni e pubblici, e anche la pesante epericolosa crisi ambientale diventa occasione di nuovi profitti con il “capitalismo verde” e il mercato delle emissioni.Decisamente questo sistema economico e sociale che sfrutta senza pietà lavoratrici e lavoratori, checrea milioni di disoccupati, lavoro nero e una precarietà dilagante, che taglia la spesa sociale e che usa le risorse dello stato per garantire i profitti ai privati e socializzare le perdite, non è accettabile.

Davvero le nostre vite – sempre più a rischio - devono valere più dei loro profitti!

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