martedì 21 aprile 2009

DEMOCRAZIA E DIRITTI DELLE/DEI MIGRANTI


Nella provincia di Torino il numero delle lavoratrici e dei lavoratori migranti è elevato e, come nel resto del territorio nazionale, costituisce una realtà consolidata. Una realtà che ha contribuito a generare ricchezza e a sostenere servizi.
Il territorio della provincia di Torino non è esente dalle conseguenze di campagne ideologiche che additano i migranti come causa del degrado sociale. Campagne mistificatorie vogliono nascondere le responsabilità delle classi dominanti e del loro fallimentare modello economico liberista che ha portato tante donne e tanti uomini alla disperazione sociale.
In ogni caso campagne medianiche xenofobe e proposte di legge discriminatorie hanno determinato un clima sociale di diffidenza nei confronti dei migranti che danneggia tutti.
La Provincia deve investire risorse per contrastare, materialmente e culturalmente, la deriva xenofoba e razzista.
In particolare deve:
1) dichiarare la propria assoluta contrarietà ad avere nel proprio territorio i “Centri di Identificazione ed Espulsione” non perché pericolosi per l’ordine sociale bensì in quanto aberranti strutture che recludono donne e uomini che hanno cercato in Italia lavoro e condizioni migliori di vita.
2) dichiarare la propria assoluta contrarietà a leggi che siano in conflitto con i diritti fondamentali sanciti dall’ONU, in particolare per quanto riguarda il diritto alla salute e il diritto allo studio.
3) inserire nel proprio Statuto, come hanno già fatto altri enti locali, il diritto di voto attivo e passivo per tutte/i le/i migranti con regolare permesso di soggiorno; una misura che, sebbene non applicabile immediatamente in assenza di un riferimento legislativo azionale, assume comunque un alto valore simbolico.

Le leggi italiane considerano un reato i comportamenti razzisti e prevedono forme di protezione per chi viene sottoposto a condizioni di brutale sfruttamento ma vengono disattese.
La Provincia deve predisporre appositi uffici di sostegno alle/ai migranti che subiscono aggressioni razziste o pesanti discriminazioni sul lavoro legate alla propria condizione di straniero.
Questo servizio deve servire anche da monitoraggio su quanto accade nel mondo del lavoro: difendere il diritti del lavoratore più ricattabile significa difendere i diritti di tutti i lavoratori anche in un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo.
Questi uffici devono essere diffusi nel territorio (collocati nei centri per l’impiego ma no solo) e deve esserci una costante campagna promozionale ed informativa. Uffici in grado non solo di informare e monitorare ma anche di fornire, ove occorra, un sostegno legale.

ORIENTAMENTO AL LAVORO

La Provincia, in collaborazione con i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (Statali), deve riappropriarsi di compiti di orientamento alla formazione e al lavoro per tutti i cittadini, italiani e stranieri. E’ necessario che personale pubblico della Provincia sia addetto ad individuare i percorsi di orientamento in modo da impedire lo spreco di denaro pubblico attuale determinato dalla commistione tra strutture di orientamento ed enti di formazione.

ENNIO AVANZI

Nessun commento: