domenica 8 febbraio 2009

Dichiarazione dell'Assemblea dei Movimenti Sociali


Forum Sociale Mondiale di Belem – 1 febbraio 2009
NON PAGHEREMO LA CRISI, CHE LA PAGHINO I RICCHI
Per far fronte alla crisi sono necessarie alternative anti-capitaliste, antirazziste, anti-imperialiste, femministe, ecologiche e sociali.
I movimenti sociali del mondo si sono riuniti in occasione della celebrazione del 9° FSM a Belem, in Amazzonia, dove i popoli resistono all'usurpazione della natura, dei loro territori e della loro cultura.
Siamo in America Latina, dove gli ultimi decenni sono stati caratterizzati dal re-incontro tra i movimenti sociali e i movimenti indigeni che dalla loro cosmo-visione interrogano radicalmente il sistema capitalista; e negli ultimi anni l'America Latina ha conosciuto lotte sociali molto radicali che hanno portato alla sconfitta di governi neoliberali e alla nascita di governi che hanno fatto riforme positive come la nazionalizzazione di settori vitali dell'economia e riforme costituzionali democratiche.
In questo contesto, i movimenti sociali dell'America Latina hanno sicuramente:appoggiato le misure positive che adottano questi governi, mantenendo la loro indipendenza e la loro capacità critica nel relazionarsi. Queste esperienze ci aiuteranno a rafforzare la ferma resistenza dei popoli contro la politica dei governi, delle grandi imprese e dei banchieri che stanno scaricando gli effetti di questa crisi sulle spalle delle oppresse e degli oppressi.
Attualmente i movimenti sociali su scala planetaria affrontano una sfida di portata storica. La crisi capitalista internazionale che colpisce l'umanità si esprime su vari livelli: è una crisi alimentare, finanziaria, economica,climatica, energetica, migratoria ... , di civilizzazione, che arriva al pari della crisi dell'ordine e delle strutture politiche internazionali.
Siamo davanti a una crisi globale provocata dal capitalismo che non ha uscita in questo sistema. Tutte le misure adottate per uscire dalla crisi cercano solo di socializzare le perdite per assicurare la sopravvivenza di un sistema basato sulla privatizzazione di settori strategici dell'economia, dei servizi pubblici, delle risorse naturali ed energetiche, la commercializzazione della vita e lo sfruttamento del lavoro e della natura, così come il trasferimento delle risorse dalla periferia al centro e dei lavoratori e lavoratrici alla classe capitalista.
Questo sistema si regge sullo sfruttamento, la concorrenza esasperata, la promozione dell'interesse provato individuale a scapito di quello collettivo e sull'accumulazione frenetica di ricchezza per una manciata di ricchi. Genera guerre sanguinose, alimenta la xenofobia, il razzismo e i fondamentalismi religiosi; acutizza l'oppressione delle donne e aumenta la criminalizzazione dei movimenti sociali. Nel quadro di questa crisi, i diritti dei popoli sono sistematicamente negati.
La selvaggia aggressione del governo israeliano contro il popolo palestinese, violando il diritto internazionale, costituisce un crimine di guerra, un crimine contro l'umanità e un simbolo di questa negazione della quale soffrono anche altri popoli del mondo.
Per far fronte a questa crisi è necessario andare alla radice dei problemi e farlo il più rapidamente possibile fino alla costruzione di un'alternativa radicale che sradichi il sistema capitalista e la dominazione patriarcale.
E' necessario costruire una società basata nella soddisfazione delle necessità sociali e sul rispetto dei diritti della natura, cosi come la partecipazione popolare in un contesto di pieni libertà politiche. E' necessario garantire il rispetto di tutti i trattati internazionali sui diritti civili, politici, sociali e culturali (individuali e collettivi), che sono indivisibili.
In questo cammino dobbiamo lottare, favorendo la più ampia mobilitazione popolare, per una serie di misure urgenti come:
* La nazionalizzazione della banca senza indennizzi e sotto il controllo sociale
* Riduzione del tempo di lavoro senza riduzione del salario
* Mezzi per garantire la sovranità alimentare ed energetica
* Mettere fine alle guerre, ritirare le truppe di occupazione e smantellare le basi militari straniere
* Riconoscere la sovranità autonoma dei popoli, garantendo il diritto all'autodeterminazione
* Garantire il diritto alla terra, territorio, lavoro, educazione e salute per tutte e tutti
* Democratizzare i mezzi di comunicazione e di conoscenza
Il processo di emancipazione sociale che persegue il progetto ecologista, socialista e femminista del 21°secolo aspira a liberare la società dalla dominazione che esercitano i capitalisti sui grandi mezzi di produzione, comunicazione e sui servizi, appoggiando forme di proprietà di interesse sociale: piccola proprietà territoriale familiare, proprietà pubblica, proprietà cooperativa proprietà comune e collettiva...
Questa alternativa deve essere femminista perché risulta impossibile costruire una società basata nella giustizia sociale e sull'uguaglianza dei diritti se la metà dell'umanità è oppressa e sfruttata.
Ultimo, ci impregneremo ad arricchire il processo di costruzione della società basata sul "buon vivere" riconoscendo il protagonismo e gli apporti dei popoli indigeni.
I movimenti sociali sono davanti a un'occasione storica per sviluppare iniziative di emancipazione su scala internazionale. Solo una lotta sociale di massa può far uscire il popolo dalla crisi. Per darle impulso è necessario fare un lavoro di base, di presa di coscienza e mobilitazione.
La sfida per i movimenti sociali è quella di raggiungere la convergenza delle mobilitazioni globali s scala planetaria e rafforzare la nostra capacità di azione favorendo la convergenza di tutti i movimenti che cercano di resistere a tutte le forme di oppressione e sfruttamento.
Per questo ci impegniamo a:
* Organizzare una settimana di azione globale contro il capitalismo e la guerra dal 28 marzo al 4 aprile 2009:- Mobilitazione contro il G-20 il 28 marzo;- Mobilitazione contro la guerra e la crisi il 30 marzo;- Una giornata di solidarietà con il popolo palestinese incoraggiando il boicottaggio, i disinvestimenti e le sanzioni contro Israele, il 30 marzo;- Mobilitazione contro la NATO nel suo 60° anniversario il 4 aprile;
- etc.
* Rafforzare le mobilitazioni che si svolgono annualmente:- 8 marzo: Giornata internazionale della Donna- 17 aprile: Giornata internazionale per la Sovranità Alimentare- 1 Maggio: Giornata internazionale dei lavoratori e delle lavoratrici- 12 ottobre: Mobilitazione Globale di lotta per la Madre Terra contro la colonizzazione e contro la commercializzazione della Vita
* Dare impulso alle agende della resistenza contro il vertice del G-8 in Sardegna, il vertice sul clima di Copenaghen, il vertice delle Americhe di Trinidad e Tobago...Rispondiamo alla crisi con soluzioni radicali e iniziative di emancipazione.Questa vergognosa impunità deve terminare. I movimenti sociali riaffermano qui il loro attivo sostegno alla lotta del popolo palestinese così come a tutte le azioni dei popoli del mondo contro l'oppressione.

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