martedì 19 agosto 2008

«Cacciato con la polizia, spero non per vendetta»

Denuncia l'insicurezza delle FS e lo licenziano. L'intervista sul manifesto a Davide De Angelis. Sinistra Critica aderisce alla campagna per la riassunzione.

Loris Campetti (il manifesto)

Dante De Angelis, macchinista ferroviere. E qualcosa di più: è la coscienza critica, la punta di diamante del movimento che si batte per la sicurezza sui treni - per chi ci lavora, per chi ci viaggia, per gli operai che operano lungo le linee ferroviarie, spesso dipendenti da ditte d'appalto in cui quel che conta è tenere bassi i costi del lavoro.
Insomma, Dante è un Rappresentante lavoratori per la sicurezza (Rls), l'unica sicurezza che non fa notizia, salvo nel giorno in cui si contano i morti. Il giorno di Ferragosto è stato licenziato dalle Ferrovie dello stato con l'accusa di aver denigrato l'azienda. La sua colpa? Aver sostenuto pubblicamente che dietro le continue rotture dei treni italiani, a partire dall'Etr500 che è la bandiera del nostro sistema ferroviario, potrebbe esserci un problema di usura: «Se si spezza il gancio vuol dire che controllo e manutenzione lasciano a desiderare». Dante collabora da tempo con il manifesto, ed è grazie alla sua disponibilità che abbiamo potuto raccontare le dinamiche di gravi incidenti, i problemi dell'organizzazione del lavoro e della sicurezza, le assemblee dei ferrovieri. Alcune organizzate proprio da lui per sostenere il nostro giornale nel corso dell'ultima (anzi, penultima) crisi economica.

Dante, come sei venuto a conoscenza del tuo licenziamento?
Nel peggiore dei modi: ieri (a Ferragosto, ndr) mi sono recato al lavoro alla sede dell'Officina manutenzione Alta velocità, scalo di San Lorenzo, a Roma, per prendere la guida dell'Etr Roma-Rimini. Avevo chiesto un giorno di ferie ma non mi era stato concesso, «per motivi di servizio». Invece del treno, però, mi hanno consegnato la lettera di licenziamento. Io ho resistito un po' ad accettare quel provvedimento inaudito e a quel punto hanno chiamato la polizia. Sì, sono stato licenziato con l'intervento della polizia. Solo dopo ho scoperto che il 14 agosto era arrivata a casa mia una lettera in cui mi si informava che sarei dovuto andare a ritirare un atto. Ma io quel giorno non ero in casa, cosicché la lettera l'ho trovata solo oggi.

Come è maturato il tuo licenziamento?
Il 14 luglio si era spezzato un treno a Milano, si è trattato di un incidente molto pericoloso che avrebbe potuto provocare una tragedia. Come Assemblea dei delegati dei ferrovieri (vi fanno parte Rls iscritti a diversi sindacati, dalla Cgil all'Orsa che è l'organizzazione di Dante, dai Cub al Fest Ferrovie, ndr) ne abbiamo dato notizia, io ho avanzato dubbi sui sistemi di controllo e sulla manutenzione dei treni e una preoccupazione dello stesso tenore l'abbiamo formalizzata in una lettera spedita all'amministratore delegato Moretti e al ministro dei trasporti Mattioli. Per questo sono stato accusato di aver violato ogni codice, etico, civile, penale. Peccato che pochi giorni dopo, il 22 luglio, ancora a Milano, s'è spezzato un altro treno e lo stesso Moretti rispondendo a un giornalista ha ammesso l'esistenza di qualche problema sugli Etr500. Nonostante ciò, l'avvio di un procedimento nei miei confronti si è trasformato in licenziamento in tronco.
Evidentemente Dante De Angelis è visto dall'azienda non come una risorsa per individuare e risolvere i problemi ma come un problema, un fastidio di cui liberarsi. Davanti alle critiche sulla sicurezza del nostro sistema ferroviario, l'azienda risponde con la repressione su iniziativa del suo amministratore delegato, che alle Ferrovie è arrivato direttamente dal vertice della Cgil.
Non vorrei che il mio licenziamento sia un atto di vendetta, una ripicca. Forse perché io, insieme ad altri colleghi, ho fatto opposizione all'archiviazione che avrebbe salvato Moretti e altri due dirigenti delle Ferrovie, Elia e Paganelli, dall'accusa di omicidio colposo per la strage di Crevalcore (uno scontro tra due treni nel gennaio del 2005 che ha provocato 17 morti e 80 feriti, ndr). Il giudice aveva accolto la nostra tesi e tra poco, il 23 settembre, si terrà la prima udienza del processo con l'interrogatorio di Moretti nella veste di imputato. Ho il timore che tra questo fatto e il mio licenziamento ci sia un legame».
Naturalmente questa partita, aperta dalle nostre Ferrovie con un fallo grave - e non è il primo ai danni di Dante - è solo all'inizio. Ci aspettiamo di vedere in campo, accanto a De Angelis, i sindacati al completo. E tutti quelli che hanno a cuore i diritti e la sicurezza di chi lavora e di chi viaggia in treno.

Nessun commento: