lunedì 11 ottobre 2010

No Tav, la valle c'è


Uno dei cortei più grandi ha ricucito una nuova unità in Val di Susa per un progetto che si ormai sempre più difficile


di Paolo Hutter
da Nuova società
Un fiume di gente, con il colore dominante delle biancorosse bandiere Notav: forse non 50 mila, come dicono gli organizzatori, ma comunque tantissimi. E' già la terza marcia contro la Tav Torino Lione dopo l'estate, è stata la più importante e la prima col cielo grigio e la brezza freddina come se fossimo già in pieno autunno. Il calendario dei lavori dal punto di vista della costruzione della mega-opera è invece, tanto per cambiare, rallentato dalle difficoltà politiche – che dipendono molto da quelle economiche – e dalla ritrovata unità tra la maggioranza dei sindaci valsusini e i comitati No Tav. Almeno qualche sindaco è sempre stato presente nelle mobilitazioni – anche in quelle contro i sondaggi esplorativi che in qualche modo erano stati avallati da una buona parte dei Comuni – ma era da tempo che non si vedeva una manifestazione convocata congiuntamente da Comunità Montana e comitati No Tav, ai quali si è aggiunta tra gli altri la Coldiretti, con berretti gialli e trattori , "in marcia per difendere il futuro degli imprenditori agricoli". Vediamo perchè si riapre una stagione animata, sia sul territorio che dal punto di vista politico. E' tutto "quasi" pronto per far partire – per tentare di far partire – un nuovo primo cantiere dopo quello che il movimento di massa aveva di fatto impedito nel dicembre 2005 a Venaus. Coi soldi europei per le opere preliminari.

Come allora si tratterebbe di una galleria di servizio; questa volta si chiama "della Maddalena"ed è a Chiomonte: perchè nel frattempo – e anche questo è segno della forza del movimento – tutto il Progetto della gigantesca opera è cambiato e lo si sta tentando di ufficializzare a tappe forzate in queste settimane. Per far finta con Bruxelles che tutto stia procedendo bene, e non perdere le possibilità di cofinanziamento. Ma ogni giorno – come è ovvio – sul progetto preliminare di tutta l'opera salta fuori un nuovo problema. Come quelli posti dalla sindaca pidiellina di Susa, che pure dovrebbe essere Si Tav, o come quelli della sindaca di Rivalta, una Pd che non faceva parte dello schieramento contrario all'opera. Per i prossimi giorni – giovedì 14 ottobre – è stato convocato a Palazzo Chigi il cosiddetto "tavolo Politico" sulla Tav con gli Enti Locali e per la prima volta il Governo esclude quasi tutti i Comuni No Tav, che poi sono la grande maggioranza di quelli che verrebbero toccati dal nuovo tracciato. I sindaci esclusi stanno pensando di andare lo stesso. Ma anche i più accaniti sostenitori della Tav sono inquieti. Nella bozza della prossima Finanziaria non sarebbero indicate chiaramente le risorse per iniziare i gradi lavori nel 2013, sostiene una mozione Pro Tav presentata alla Camera da parlamentari del Pd e dell'Idv che critica il governo per... insufficiente sostegno all'opera! Recentemente per la prima volta un importante esponente del Pdl piemontese, l'eurodeputato Bonsignore ha dichiarato che l'utilità dell'opera è superata. Il corteo si è rafforzato nei 7 kilometri di strada, con la aggregazione di ogni genere di valsusino, dagli anziani ai bambini. "Siamo più che abbastanza per ribaltargli qualsiasi cantiere" ha detto Alberto Perino, uno dei leader No Tav.

Aggiungo un paio di impressioni. E' un peccato che così pochi torinesi sentano la curiosità di andare a vedere personalmente un fenomeno storico così interessante e coinvolgente come la mobilitazione di questo territorio. Anche per chi non lo condivide è comunque un processo autentico e importante. E' anche un peccato che non ci sia ancora stato un confronto di massa tra le vittime dei tagli della spesa pubblica e le eventuali vittime di una follìa della spesa pubblica come sarebbe ( se non la fermiamo) la Tav Torino Lione. I precari della scuola hanno manifestato contro il Ponte di Messina, cogliendo e sottolineando il nesso. Non dovrebbe esser difficile capire che una seconda linea ferroviaria - oltretutto ad Alta Velocità - tra Torino e Lione è più inutile di un primo Ponte sullo stretto di Messina. E' ora difficile prevedere se lo scontro sulla Tav tornerà a essere centrale a livello nazionale - in tal caso irromperebbe nelle primarie e nella eventuale campagna elettorale con conseguenze significative - oppure se rimarrà un conflitto locale, anche se ad alta intensità politica. In ogni caso è probabile che a Torino l'attenzione dovrà crescere

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