sabato 30 marzo 2013

Tunisi: nasce un fronte comune d organizzazioni politiche contro il debito

Come preludio del Forum sociale mondiale (FSM) di tunsisi, il 23 e 24 marzo si è tenuto il primo incontro mediterraneo contro il debito, le politiche di austerità e il dominio straniero, per un Mediterraneo libero, democratico, sociale, solidale, femminista e rispettoso dell'ambiente.

di Pauline Imbach (CADTM)

L'incontro era organizzzato dal Fronte Popolare tunisino (coalizione che riunisce 11 partiti politici della sinistra radicale, associazioni e personalità indipendenti di Tunisi, tra i quali uno dei leader - Chokri Belaid - fu assassinato lo scorso 6 febbraio). L'incontro ha riunito una ventina di formazioni politiche provenienti da tutto il Mediterraneo: dalla Francia Front de Gauche e NPA (Nouveau parì Anticapitaliste); dallo stato spagnolo Izquierda Unida, Izquierda Anticapitalista, Sortu del Euskal Herria e CUP dalla Cataluña; dalla Grecia, OKDE; dal Portogallo il Bloco de Esquerda; dall'Italia Sinistra Critica (rappresentata da Dario Di Nepi, NdT); Al Mounadil dal Marocco; formazioni politiche da Egitto, Líbano, Siria, Algeria e Palestina. Erano rappresentate anche organizzazione del Belgio, di Haiti, del Venezuela, della Colombia.

E' la prima volta che questi partiti e queste organizzazioni politiche si riuniscono intorno al Mediterraneo per mettere a fuoco il loro impegno nella lotta contro il debito illegittimo e, di conseguenza, per il suo annullamento.

L'incontro si è concluso con una grande assemblea che ha riunito rappresentanti di partiti politici dai paesi sopra menzionati. In un ambiente appassionato, pieno di rabbia, allegria e forza collettiva ognuno ha affermato la volontà del suo partito di lavorare sul tema del debito, contro la dittatura dei creditori e per l'emancipazione dei popoli.

Più di 1000 persone erano presenti tra le quali moltissime/i giovani e donne. Gli interventi delle persone dal palco (purtroppo solamente 3 tra loro erano donne) erano inframezzati da slogan in arabo. Le/gli attiviste/i presenti nella sala hanno mostrato calorosamente la loro determinazione nello spazzare via il sistema capitalista e avviare iniziative costituenti un nuovo ordine mondiale al servizio dei popoli.

Durante l'incontro è stato reso omaggio a diversi leader, rivoluzionari e militanti progressisti. Nella sala è stato proiettato un film su Chokri Belaid: l'emozione è stata fortissima perché Chokri Belaid è una figura molto popolare della rivoluzione tunisina, una fonte d'ispirazione per moltissime persone. Più tardi un altro cortometraggio ha reso omaggio a Hugo Chavez, al suo impegno e alla sua lotta per la costruzione di politiche al servizio del popolo. In oltre 3 ore di assemblea gli interventi che si sono succeduti hanno salutato larivoluzione tunisina e le Primavere arabe che hanno permesso di sconfiggere i dittatori Mubarak e Ben Alì. A questo cambio storico si deve dare una dimensione internazionale: la rivoluzione tunisina è, per diverse generazioni, la dimostrazione concreta che la rivoluzione non è una formula retorica e che il popolo può prendere le redini del proprio destino. La conferenza pubblica è stata conclusa con un vibrante intervento del portavoce del Fronte Popolare, Hamma Hammami, che ha sviluppato un'analisi del debito che coincide totalmente con quella del Cadtm (e di RiD, NdT).

Come si legge nel Manifesto finale dell'incontro, la caduta di Ben Alì «ha disarmato il locale ordine neoliberale capitalista, permettendo alcune conquiste, senza sovvertire il sistema stesso. Il sistema sociale, prodotto storico della dominazione imperialista e, più recentemente, della ristrutturazione neoliberista del capitalismo mondiale, è ancora in piedi. Ma la crisi rivoluzionaria aperta dall'insurrezione rimane attiva. La vittoria della rivoluzione democratica, sociale e nazionale in Tunisia, come negli altri paesi della regione, è ancora possibile».

In questo contesto, la necessità di mettere fine al debito, strumento centrale di dominio e oppressione dei popoli e vero strumento di trasferimento della ricchezza e di dominio politico, è stata al centro del dibattito. Gli interventi hanno affermato la necessità di liberarsi dei dettami dei creditori e delle istituzioni finanziarie internazionali, guidate da Fmi e Banca Mondiale. In diversi interventi è stato citato il caso argentino, dell'Ecuador o dell'Islanda per mostrare che è possibile disobbedire ai creditori e mettere in campo politiche che favoriscano la popolazione. L'audit del debito pubblico è stato proposto come una delle strategie possibili per identificare e annullare i debiti odiosi e illegittimi, ricordando l'importanza della mobilitazione al riguardo.

E' la prima volta che nasce un fronte comune di questo genere e, senza dubbio, un passo avanti storico nella lotta contro il debito. Questo incontro si richiama all'appello lanciato nel 1987 ad Addis Abeba dal presidente Thomas Sankara e si concretizza così, dopo 26 anni, con la creazione di un fronte comune contro il debito. «Il debito non può essere rimborsato perché, in primo luogo, se non paghiamo i creditori non moriranno. Siamo sicuri di questo. Invece, se paghiamo, saremo noi a morire. Siamo altrettanto sicuri di questo».

I partiti riuniti a Tunisi hanno deciso di dotarsi di un comitato di continuità e di riunirsi ancora nello stato spagnolo nel 2013 o nel 2014.

traduzione di RivoltailDebito.

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