martedì 20 luglio 2010

Acqua, un milione e 400mila firme: ora i referendum


Consegnate stamattina ufficialmente alla Corte di Cassazione 1.401.492 firme per i tre questini referendari per ripubblicizzare l'acqua. E' il record di firme raccolte nella storia dei quesiti referendari del nostro paese. Il Comitato promotore chiede una moratoria dell'affidamento dei servizi idrici fino allo svolgimento del referendum, e invita le forze politiche a non provare a scippare il voto ai cittadini


Una diga fatta di scatole, un muro simbolico per contenere le conseguenze dell'applicazione del decreto Ronchi sulla privatizzazione della gestione delle risorse idriche. È stato questo, insieme a dodici striscioni distesi sui sanpietrini di piazza Navona lo sfondo della manifestazione per l'acqua pubblica organizzata dal Comitato promotore dei referendum per consegnare ufficialmente il milione e 400mila firme raccolte per la richiesta di referendum in Corte di Cassazione.
La raccolta firme per la ripubblicizzazione dell'acqua, partita tre mesi fa, il fine settimana del 24 e 25 aprile, ha visto impegnati su tutto il territorio italiano migliaia di volontari che hanno organizzato banchetti, manifestazioni, dibattiti sull'acqua bene comune dell'umanità. «In tre mesi - spiega Guido Barbera, presidente di 'Solidarietà e Cooperazione Cipsi' - abbiamo raccolto il maggior numero di firme rispetto a tutte le altre esperienze referendarie italiane. Con il migliore dei presupposti possibili comincia da qui l'avventura, un lungo percorso che ha come prossima tappa 25.000.000 di votanti nel 2011. Per alcuni sono solo numeri, per noi sono la storia del nostro futuro!».
Prima di spostarsi davanti alla Corte di Cassazione, per la consegna delle firme, il comitato promotore ha ribadito la richiesta al governo di «emanare un provvedimento per la moratoria degli affidamenti dei servizi idrici previsti dal decreto Ronchi almeno fino alla data di svolgimento del referendum». In piazza Navona, i promotori hanno anche chiesto alla politica di essere messi in condizioni di andare al voto. «Che nessuno inviti gli italiani ad andare al mare. Non scippateci quest'ultimo strumento di espressione - spiega Tommaso Fattori, del Contratto mondiale per l'acqua. «L'attenzione di tutto il mondo è puntata sul nostro Paese - aggiunge - dal quale ci aspetta lo stesso risultato ottenuto dalla Francia sul tema della gestione dell'acqua, cacciare le multinazionali». Un risultato che, attraverso il referendum, arriverà secondo Corrado Oddi, della Cgil. «Quella per i referendum per l'acqua pubblica è la più grande raccolta di firme per un referendum nella storia del nostro paese».

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